ALLUVIONE A MAROVOAY – P. BRUNO CI RACCONTA LA DIFFICILE SITUAZIONE

Carissimi amici

Vi rendo patecipi della nostra situazione attuale a Marovoay e un po’ in più parti del Madagascar. A causa di prolungate piogge, qui a Marovoay, ma pure altre cittadine soprattutto lungo il fiume Bestiboka, molte case-capanne in zone un po’ basse, sono sommerse d’acqua. Ieri c’erano già 3 morti solo a Marovoay per annegamento e di altri non si sa. Ad esempio solo nella nostra scuola elemetare e media di Ambovomavo-Marovoay, ci sono 181 famiglie con 899 persone, negli altri 2 nostri centri d’accoglienza 263 famiglie con 775 persone tra bambini di pochi giorni a adulti, con del loro bestiame, nelle nostre aule. Nel totale a Marovoay sono 3926 famiglie cioè 15.068 persone colpite dall’alluvione che han dovuto cercare riparo nelle zone più in alto dove non arriva l’acqua.

Anche se non è del tutto nuovo questo fenomeno, però è sempre pesante ad affrontare, poiché comporta disagi enormi con perdite varie: capanna, oggetti, vestiario, riserve, animali….e a volte vite umane. Nella nostra grande aula a Marovoay abbiamo messo al riparo circa 300 sacchi di riso di varie persone. Inoltre ci sono strade interrotte, come pure la nostra nel retro della casa dove abitiamo, ci sono dei pezzi di strada asfaltata nella strada nazionale sia portati via dall’acqua che interrotti dalle frane. Si cerca di prestar soccorso con viveri (riso) e medicine a quelli più più indigenti. È commovente come la gente l’affronta con “rassegnazione” senza lamentarsi o “imprecare”, come faremo noi. Purtroppo le piogge non cessano ancora e staremo a capire come evolverà, affidandoci….

La settimana scorsa sono dovuto andare a Ambanja per l’ordinazione del nuovo vescovo della diocesi per preparare pure la messa in sede del nuovo vescovo a Mahajanga. Nell’andata non abbiamo avuto particolari problemi, nonostante la strada nazionale RN 6 che collega il centro Madagascar col Nord sia in condizioni incredibili per noi, come vedete dalle foto, tutto s’è svolto bene per l’ordinazione e tutta la festa: qui non si può non fare una grande festa per tutti i cristiani e non, in tali occasioni (es per dar da mangiare a tutti in quei giorni,sono stati uccisi 20 buoi). I guai son venuti al ritorno, siccome s’è guastato il pressometro del gasiolio vicino al motore perdendo gasolio e non facendo più andare il motore, nel frattempo sono cominciate delle piogge, s’è cercato in tutti i modi e come meglio si poteva, di riparare il pezzo, ma in vano, per cui s’è dovuto smontare il pezzo per andar a cercarlo in capitale a 28 h di starda con 850 km. Si è partiti col pezzo, con un piccolo bus di linea, solo che dopo mezz’ora di strada s’è bucata la gomma, purtroppo non aveva quella di scorta, si scusava perché l’aveva imprestata ad un altro che non l’aveva ancora restituita e allora ad aspettare soccorso che non arrivava, per cui siamo riusciti a trovare un passaggio con un camion. Arrivati a un centro grosso Antsoy s’è cercato ancora il pezzo, ma invano e s’è preso un pulmino di linea per arrivare a Mahajanga e finalmente dopo tanta attesa a mezzanotte siamo partiti per arrivare a destinazione le 18 di sera per fare 530 km. Ma la storia continua, ho tralasciato tanti particolari “pittoreschi”, chiamiamoli così, per non dilungarmi poiché, in attesa di riparare il pezzo, sono arrivate le piogge abbondanti, per cui la strada s’è resa impraticabile, quindi la nostra vettura è ancora lì ad aspettare, da 9 giorni. Come vedete dalle foto, questa è la strada nazionale che va al Nord, dove le buche sono anche il doppio più profonde dell’altezza della macchina: lascio immaginare, quando arriva la pioggia, cosa saranno!! Qui è così e si deve affrontare quello che c’è e quello che viene. Vi racconto un altro fatto che ci provoca e ci incoraggia. La settimana scorsa è venuta da me una mamma “adottiva” per domandarmi del latte per neonato, poiché aveva preso con sé, un bambino abbandonato di un mese, sua mamma è malata mentale: quando l’ha preso, di quindici giorni, pesava 1 kg, ma quando è passata da me, dopo 10 giorni pesava già 2 kg.

Questa donna giovane, già impegna in parrocchia, con 2 figli grandicelli, ma abbandonata dal marito, avendo saputo di questa situazione, non è rimasta a guardare, non si è girata dall’altra parte ne si è fatta mille problemi, ma ha preso subito con sé, questo neonato abbandonato, solo, nella capanna della mamma “malata”: l’ha accolto come un dono del Signore, nonostante che non le sia facile: penso, che un fatto così, ci aiuti a saper osare e non bloccarci sui “nostri mille problemi” che ci sono o ci creiamo. Avanti sempre! Buon Anno a tutti.

p Bruno

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